
Luci e suoni, voci e ricordi: “Spaghetti Bench” di Pablo Reinoso
“La panchina è un luogo di sosta, un’utopia realizzata. E’ vacanza a portata di mano.
Sulle panchine si contempla lo spettacolo del mondo, si guarda senza essere visti e ci si dà il tempo di perdere il tempo, come leggere un romanzo.”
Beppe Sebaste, da “Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne”
Amica dal legnoso abbraccio di una confidente ritrovata. Luogo di incrocio di sentimenti e porto di pensieri.
Chi non si è mai guardato in giro e notato come le panchine nei giardini, ai bordi delle strade siano monotone, tutte uguali, un po’ noiose e anonime.
Quante volte vi sarà capitato di sedervi su di una panchina. Ad ascoltate le parole del nonno sulle sue ginocchia, a sorseggiare birra con gli amici, quanti baci rubati e lacrime versate a riflettere sugli errori fatti, a volte da soli, voi e lui/lei, accuditi dal destino, privi di parola.
Questi forse alcuni dei pensieri che hanno accompagnato Pablo Reinoso, artista e designer franco- argentino, che con la sua “Spaghetti Bench” dalla panchina ha estrapolato l’animo familiare e romantico che appartiene un po’ a ciascuno di noi.

